venerdì 25 giugno 2010

Adotta un cucciolo per amico

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Ci abbiamo sempre creduto, oggi, che tocca a noi amministrare la cosa pubblica, proviamo a porre in essere tutte quelle iniziative che per anni abbiamo sperato che altri attuassero.
Purtroppo sono passati, inutilmente, tanti anni ed ad oggi ci ritroviamo ancora con il canile chiuso, spero di riuscirlo ad aprire nel più breve tempo possibile, e centinaia di cani rinchiusi in alcuni canili privati.
Il costo di mantenimento, lo abbiamo denunciato più volte, si aggira intorno ai 150mila Euro l'anno.
Intanto che pervengono le autorizzazioni per l'allaccio della fornitura elettrica, per l'apertura del canile comunale, abbiamo organizzato, insieme alle infaticabili volontarie dell'associazione "Help Ralph's friends", la prima giornata per l'adozione di tutti quei cuccioli che sono stati raccolti sul territorio comunale ed ad oggi sono rinchiusi nei canili.
Domenica 27 giugno 2010, alle ore 18:00, presso la villa comunale di piazza Caio Mario, sul Lungomare di Scauri, proveremo a sensibilizzare i cittadini a non abbandonare gli amici a quattro zampe. Tenteremo anche di far comprendere che amare i cani significa rispettare anche il prossimo e, pertanto, forniremo, gratuitamente, i primi kit ecologici per aiutare a mantenere i marciapiedi puliti.
Ci attendiamo la presenza di molti concittadini ed auspichiamo che i cuccioli trovino un amico ed una casa che li accolgano.

domenica 6 dicembre 2009

Redde rationem del geometra Giuseppe Sardelli

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Sullo scandalo dei rifiuti a Minturno la Giustizia farà il suo corso ed io non intendo interferire nelle recenti vicessitudini giudiziarie che hanno coinvolto, almeno per il momento, Carmine Violo e Vittorio Ciummo.
Durante gli scorsi mesi ho rispettato la consegna del silenzio e, conseguentemente, non andrò oltre quanto è già di pubblico dominio.
Parlerò, invece, di altre responsabilità non necessariamente riconducibili alla sfera penale.
Poiché sono persuaso che anche il più ingenuo dei cittadini ha ben chiare le idee su come siano andate veramente le cose e che chiunque può agevolmente discernere da solo quali sono gli ambiti personali di responsabilità dei singoli amministratori, mi occuperò, in questa sede, solo dei risvolti politici della vicenda.
Ora è giunto il momento, dopo le rituali attestazione di stima nei confronti del malcapitato funzionario e le risibili affermazioni a mezzo stampa dello "scoinvolto" Sardelli di chiarire la posizione di ogni singolo amministratore del Comune di Minturno.
Nessuno potrà affermare: io non sapevo, oppure dire di non aver mai sentito parlare delle discariche in località Pantano Irto e in località Parchi tantomeno delle sistematiche illegalità perpretate nella gestione del servizo della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Due Assesori, Raffaele Chianese e Tommaso Romano, si sono dimessi e sono passati all'oposizione. Tutti i componenti della commissione Igiene hanno dato il ben servito ed il Presidente Giovanni Baldascino è passato a sua volta all'opposizione. Infine, anche il nuovo Presidente della commissione Mario Ruberto ha dato forfait e ha pure presentato un ennesimo esposto alla magistratura dissociandosi dalla condotta dell'Amministrazione in materia dei rifiuti.
Il quadro è a fosche tinte, non c'è che dire.
C'è un solo luogo ove è d'uopo convenire al più presto: il Consiglio Comunale.
Sardelli dovrà rispondere del suo operato e chiarire la propria condotta innanzi ai rappresentanti dei cittadini.
Non è questo il momento di nascondere la testa sotto la sabbia, piuttosto siamo giunti al redde rationem del signor Sardelli.

sabato 5 dicembre 2009

Cassandra... ma non troppo

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A seguito degli ultimi eventi di cronaca sembra che qualche politico sia cascato dalle nuvole.
Poche chiacchiere, tutti sapevano poiché il sottoscritto ha riportato in Consiglio comunale, con puntuali denunce, quanto stava accadendo.
Io ritengo di aver fatto il mio dovere ed i fatti mi stanno dando ragione.
Adesso qualcuno dovrà assumersi le proprie responsabilità innanzi ai cittadini.

sabato 20 dicembre 2008

I nodi al pettine

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Come avevamo previsto tre anni fa, i nodi, della cattiva gestione del settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, sono venuti al pettine. Ieri mattina gli operatori ecologici del Comune di Minturno hanno presentato un’istanza al Sindaco Sardelli poiché hanno appurato che la loro posizione contributiva nei confronti dell’INPS non è in regola.

Infatti, la società “C.I.C. Clin Industrie Città S.p.A.”, che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Minturno fino al 31/12/2006 non ha versato regolarmente i contributi previdenziali agli operai. La cifra in totale si aggirerebbe intorno ai settecentomila Euro.

Chi ha seguito le vicende politiche di Minturno sa perfettamente che questa non è una notizia. Non è, assolutamente, una novità, atteso che da tre anni era risaputa la condizione di irregolarità contributiva della CIC che, intanto, è fallita.

Più volte avevamo sollecitato l’Amministrazione comunale a porre in essere le misure preventive, previste dalla legge, a tutela dei lavoratori, ma Sardelli ed il suo funzionario di fiducia hanno fatto orecchie da mercante ed hanno ritenuto opportuno continuare a pagare puntualmente la C.I.C., contravvenendo così ai dettati normativi. Costoro hanno pagato puntualmente l’impresa anche in assenza della presentazione del documento di regolarità contributiva meglio noto come DURC.

Avevamo già detto in Consiglio comunale quali fossero i rischi connessi a questo inspiegabile, si fa per dire, atteggiamento dell’Amministrazione.

Oggi i nodi sono venuti al pettine. Gli operai, giustamente, reclamano il loro diritto ad avere versati i propri contributi previdenziali. Ora spetterà al Comune dover pagare questi oneri.

Noi ci batteremo affinché a pagare questa montagna di soldi siano i responsabili di questa situazione. Nessuno si metta in testa di scaricare sui cittadini le proprie colpe.

Questa volta gli ambiti di responsabilità sono chiari e circoscritti a determinati personaggi che hanno voluto ignorare le nostre sollecitazioni e sopra a tutti il Sindaco, che, invece di far rispettare la legge, si è preoccupato di emettere tre ordinanze pur di obbligare i funzionari a pagare la “C.I.C Clin Industrie Città S.p.A.”..... nonostante tutto.

giovedì 18 dicembre 2008

I soldi rancidi

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Lo sappiamo, avendolo imparato già dai tempi delle elementari, che dal denaro non esalano miasmi di sorta. “Pecunia non olet” sembra abbia sentenziato l’imperatore Vespasiano e da allora è acclarato che agli uomini di potere non importa sapere da dove provenga il denaro che si spende e, tanto meno, dove vada a finire.

Della nettezza del denaro, da queste parti, non interessa più a nessuno ché, ovunque ti giri, aprono sempre nuove “lavanderie”. In ogni caso, ove questi potenti detergenti non riescano a dare soddisfacenti risultati, si potrà sempre ricorrere all’alea ed alla buona sorte, magari oltre confine.

Se del colore dei soldi si è occupato l’eccellente regista Martin Scorsese c’è poco da dire sul rumore del denaro così come per la tattilità della valuta, ma del sapore dei quattrini, invece, varrà la pena discorrere più ampiamente.

Sì, i soldi possono avere forti sapori, robusti caratteri, eccezionali gustosità e, scomodando il Sommo poeta, insolita sapidità. Nello stesso tempo il denaro può manifestare aromatica ricercatezza oppure sgradevoli segni di deterioramento e d’alterazione.

Sembrerà strano eppure il denaro può avariarsi e perdere l’insapore funzione di controvalore di realtà oggettive e di prestazioni d’opera.

Dove parerò dopo questa lunga introduzione è presto detto: la quinta parte delle entrate del bilancio del Comune di Minturno sa di rancido.

In Consiglio comunale è stata portata all’approvazione l’ennesima variazione di bilancio. Buona parte di questa variazione, nella parte delle entrate, deriva dai proventi degli autovelox.

In merito faccio alcune considerazioni.

La prima: finalmente il Comune di Minturno comincia ad incassare somme consistenti dagli autovelox e dai parcheggi. Questo non perché nel passato i cittadini automuniti venissero vessati di meno rispetto ad oggi, ma perché, dopo una dura battaglia in Consiglio comunale, abbiamo costretto l’Amministrazione a rivedere il contratto con la SOES.

Infatti, precedentemente gran parte delle somme incassate dalle multe finivano per alimentare un circolo vizioso che vedeva il Comune di Minturno costretto a pagare la percentuale spettante alla società che gestisce il servizio sulle somme accertate e non su quelle effettivamente incassate.

In altre parole la Soes prendeva la percentuale concordata anche sulle multe annullate e gli introiti per il Comune, tra la percentuale pattuita, il costo dei francobolli ed i diritti di notifica erano ridotti al lumicino.

Dal primo d’ottobre del 2007, grazie all’impegno delle forze d’opposizione, questa follia amministrativa è stata sanata ed oggi si vedono i risultati.

La seconda considerazione riguarda il peso specifico di questa entrata extratributaria.

Pochi se ne sono accorti ma le entrate derivanti dai proventi degli autovelox e dei parchimetri rappresenta circa il venti per cento del bilancio comunale. In assenza di questa “tassa salva bilancio” il Comune di Minturno si troverebbe in uno stato di squilibrio finanziario.

Si può mantenere un ente locale che amministra oltre diciottomila cittadini con le entrate degli autovelox?

Il terzo aspetto che rilevo è la violazione della norma rispetto all’utilizzo dei fondi derivanti dai proventi degli autovelox. La legge prevede che questi fondi siano utilizzati per la segnaletica stradale, per la sistemazione e messa in sicurezza delle strade e per finanziare progetti di educazione stradale nelle scuole.

Poco o niente di tutto questo è stato fatto. Il grosso di questi proventi sono andati a finanziare le spese correnti la cui crescita è inarrestabile. A Minturno non si sistemano le strade e si erogano minori somme per spese d’investimento. Una situazione questa che rende il paese sempre più disastrato ed arretrato. Via Simonelli è emblematica.

Così rileviamo che se da un lato sono stati cancellati i venticinquemila Euro che dovevano finanziare i progetti per l’educazione stradale nelle scuole dall’altro sono stati stanziati fondi per pagare bollette telefoniche spropositate, ulteriori spese superflue ed un aumento del venti per cento degli emolumenti per i membri del Collegio dei Revisori dei Conti.

Uno schiaffo bello e buono ai poveri cittadini, una gratificazione sproporzionata per i tre fortunati professionisti.

Detto questo passo all’ultima considerazione: quei quattro milioni di Euro sanno di rancido.

Non si tratta di stizza faziosa piuttosto di un esame attento e scrupoloso di un fenomeno che merita maggiore attenzione.

Non posso condividere l’atteggiamento remissivo dell’Amministrazione nei confronti delle pretese della SOES. Parimenti non è più possibile tollerare l’illegalità diffusa in questo settore.

Il Codice della strada non è rispettato, non è rispettata la legge ed il Comune è complice di questo andazzo. Intanto, Sono state comminate circa 70.000 multe e molte di queste sono illegittime.

I cittadini a loro volta sono costretti a rivolgersi al Giudice di pace, ma questo significa un ulteriore onere per la collettività: ogni sentenza di un Giudice di pace costa allo Stato, cioè a noi tutti, circa 70 Euro. Le udienze per gli ultimi ricorsi sono state fissate agli inizi dell’anno di grazia 2010.

A tutto ciò si aggiunga che i dipendenti di questa società sono “costretti” a subire dei contratti, a detta dei più, vessatori ed incongruenti.

Alla luce di quanto ho detto si capisce perché i soldi incassati dal Comune sanno di rancido.

Non è detto che si debbano togliere le strisce blu, ma il Comune si deve accertare che queste siano conformi alla norma. Gli operai, poi, devono essere assunti con contratti idonei perché non si può rimanere in eterno nel limbo dell’incertezza.

Ben vengano, quindi, le iniziative popolari; di qualsiasi colore esse siano noi le sosterremo sempre e comunque.

In questi giorni l’UDC si è fatta promotrice di una petizione da inviare al Prefetto di Latina, invito tutti a sottoscriverla, io per primo darò il mio piccolo apporto.

mercoledì 17 dicembre 2008

Una data da ricordare

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Ci sono delle ricorrenze della nostra esistenza che non siamo soliti richiamare alla mente, così questi anniversari di eventi notevoli finiscono per essere rimossi oppure sono relegati in luoghi reconditi della nostra memoria. Basta, però, un particolare oppure un indizio coerente per ravvivare in noi la reminiscenza di episodi solo apparentemente dimenticati. Riviviamo allora le sensazioni di un’esperienza che parevano essersi dileguate nella nebbia del tempo passato e, inconsapevolmente, rielaboriamo quelle impressioni avvalendoci di nozioni e cognizioni, che, nel frattempo, sono divenute nostro patrimonio cioè saggezza ovvero sedime di informazioni e competenze acquisite nel vissuto.

Oggi ricorre il quarto anniversario di un incontro che mi ha segnato profondamente.

In quella occasione, per la prima volta, compresi che ero di fronte ad un bivio poiché capii finalmente, anzi ebbi chiara ed evidente consapevolezza di trovarmi in pessima compagnia.

Che il sottoscritto fosse un diverso, un alieno rispetto al resto della compagine lo avevo percepito già in precedenza da solo. Mi mancavano, però, alcuni elementi per avere un quadro completo ed intelligibile dello stato in cui mi trovavo. Avevo, inoltre, dei filtri mentali che non mi permettevano ancora di vagliare serenamente i fatti ed assegnare ruoli e responsabilità specifiche.

Maturai, in quella occasione la consapevolezza di dovermi battere contro l’entità, che per la prima volta si dimostrò in tutta chiarezza essere un sistema degenerato. I segni di tralignamento, se pur evidenti, visti col senno di poi, ancora non mi erano tutti chiari.

L’esperienza ed il tempo hanno dato ragione a quella scelta fondamentalmente istintiva di fiera ed ostinata avversione al dictat che, invece, i maggiorenti volevano che io accettassi remissivamente.

C’era poco da argomentare in quella occasione! Pur adducendo ragioni incontrovertibili, approvate alla fine anche dal funzionario, che era in realtà il latore negligente, poi diventato vittima consapevole del sistema, delle istanze di una degenerata fazione, capii che mi trovavo di fronte a decisioni prese in altra sede.

Il diciassette dicembre del duemilaquattro alla fine di un incontro concitato, al limite dello scontro fisico, inimmaginabile fino a qualche ora prima, fu presa la decisione sbagliata... nonostante tutto. Ciò, perché era tutto già deciso e stabilito in ogni particolare. Solo il sottoscritto, ingenuamente, pensava che quella fosse la sede nella quale si dovessero prendere delle risoluzioni.

Nonostante tutto non riuscivo a comprendere l’acredine di alcuni. Non riuscivo a comprendere il nesso tra la mia fiera avversione a certe scelte, che si sono rivelate scellerate e foriere di future disavventure, e gli attacchi e le invettive di qualche politicante improvvisamente esagitatosi.

Restai turbato di fronte ad accenni d’ira allora incomprensibili. Non capivo che cosa aveva a che fare la mia ritrosia a votare i debiti fuori bilancio con l’argomento di cui si stava trattando e comprendevo ancora meno la collera di qualcuno che cresceva di pari passo con la mia avversione ad avallare irragionevoli decisioni.

Al margine di quella concitata riunione il Sindaco di allora aprendo la portiera della sua macchina sgangherata predisse di lì a poco la mia fine politica. “Non se fà politica accussì, non hai capito un cazzo.” Ingranata la prima ed avviata lentamente la vettura soggiunse “I so trent’anni che sto accà, ne aggiu visti passà de strunzi comme a te.” e chiosò: “professorino de sto cazzo!”.

A parole sue, con le sue espressioni eleganti quale esimio accademico della “vrenna” (crusca in traettese), stava predicendomi la prematura fine politica, al pari di altri Consiglieri indisciplinati, di li a pochi mesi. Infatti, nell’aprile successivo erano previste le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale.

Fortunatamente, tali previsioni erano sbagliate, fui il primo degli eletti in Alleanza Nazionale.

Anch’io predissi qualcosa, ma non ebbi il coraggio di dirglielo ad alta voce. Chissà se la mia predizione di quella sera avrà maggiore fortuna!

Abbozzai, feci qualche passo indietro, gli altri che avevano formato un crocchio a pochi metri di distanza si dissolsero al mio arrivo. Il segnale era chiaro.

Ci sono nozioni che si studiano e s’imparano grazie all’impegno ed alla razionalità ed altre cognizioni che si rielaborano con l’intuito, il buonsenso e l’istinto. Non si tratta di apprendimenti separati. Guai se ragionassimo solo d’istinto lasciando da parte la razionalità e la cultura, ma, nello stesso tempo, guai anche se dimenticassimo di dare ascolto alla nostra sensibilità ed agli impulsi naturali di ciascuno di noi.

Fu una lezione importantissima. Era il diciassette dicembre dell'anno duemilaquattro.

lunedì 15 dicembre 2008

Poche righe a proposito della chiusura di via Simonelli

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Via Simonelli chiusa al traffico a causa del maltempo. Grossomodo così sarà comunicata la notizia, ovvero la mezza verità che riguarda l’interruzione dell’arteria che collega Marina di Minturno a Minturno capoluogo ed ai comuni limitrofi di Santi Cosma e Damiano e Castelforte.

La colpa è, certamente, anche del maltempo, ma questi amministratori degeneri ci hanno messo da parte loro tredici anni di colpevole negligenza.

Nel frattempo, durante questa prolungata inerzia, il Comune di Minturno è stato costretto all’esborso di cifre considerevoli per pagare i danni subiti dagli automobilisti.

Centinaia di migliaia di Euro di debiti fuori bilancio generati dall’inettitudine di amministratori negligenti e trascurati. Qualche milione di Euro, invece, li hanno dovuti sborsare le compagnie di assicurazione.

Appare emblematico il danno di cinquecentomila Euro arrecato ad un cittadino proprietario di un immobile risultato danneggiato dall’incuria in cui versa questa strada. Da parte sua il Comune solo in questa occasione ha dovuto pagare oltre trentamila Euro per l’onorario dell’avvocato di parte e per le parcelle dei tecnici consultati.

Una vergogna che assume proporzioni enormi se consideriamo che il Comune sta riscuotendo milioni di Euro che pervengono dagli incassi delle multe comminate dagli autovelox.

La legge prevede che i proventi derivanti dalle multe degli autovelox devono essere utilizzati per la manutenzione delle strade e per la messa in sicurezza di tutta la rete viaria. Lascio ai cittadini giudicare quali sono i risultati ottenuti fino ad oggi.

Tutti, però, devono sapere che il Comune di Minturno non rispetta la legge, anzi, utilizza questi fondi per spese correnti inutili mentre le strade continuano a versare in condizioni pietose. Si intuisce facilmente che questa situazione crea i presupposti per un aumento degli incidenti e dei danni erariali connessi. I cittadini saranno poi chiamati a pagare di tasca loro maggiori tasse.

lunedì 8 dicembre 2008

Specialisti nelle denunce e professionisti dell’illegalità

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Clicca l'immagine per leggere i documenti


Dopo una lunga serie di esposti da parte dei Consiglieri comunali d’opposizione, la magistratura, il tre agosto scorso, ha finalmente acceso i riflettori sulla gestione dei rifiuti nel Comune di Minturno.

Le indagini, per ora, hanno portato al sequestro di tre aree nelle quali sono state rinvenute diverse tonnellate di rifiuti speciali, cioè con un livello di pericolosità per l’uomo e per l’ambiente molto elevato.

Nelle indagini, oltre ai responsabili della “EGO ECO s.r.l.”, sono coinvolti anche alcuni amministratori comunali perché due di queste aree sono di proprietà del Comune di Minturno, la cui maggioranza, in tutti questi anni, ha ignorato il problema sollevato dal sottoscritto con diverse interrogazioni consiliari e, addirittura, ha bocciato l’emendamento al bilancio di “Tradizioni e Valori” che mirava a bonificare le discariche abusive.

La cosa più incredibile è stata che, quando nel mese di agosto ci furono i primi sequestri, il Sindaco Sardelli ebbe il coraggio di dichiarare che lui non ne sapeva niente e cadendo candidamente dalle nuvole affermò in tale occasione di non avere la minima idea delle condizioni in cui versava la discarica di Pantano irto e, tanto meno, di quella in località Parchi. Eppure queste aree sono di proprietà del Comune che costui pensa di amministrare.

Poverino! Non immagina lontanamente qual’è il significato del verbo amministrare.

Tale comportamento, da faccia di bronzo, continuò quando l’Amministrazione comunale pubblicò sul bimensile di regime “Minturno Notizie”, un articolo che solo nel titolo parlava di “impegno dell’amministrazione comunale nella gestione dei rifiuti” ma che, in sostanza, era un palese tentativo, a mio parere un degno esempio d’impareggiabile ignobiltà morale e di etica degenere, di sviare l’attenzione degli organi inquirenti.

Ho, però, immediatamente reso di pubblico dominio, con la pubblicazione di alcuni documenti, le “negligenze” di Sardelli, che si è opposto alla bonifica di quelle aree. Tali documenti attestano quale è la verità dei fatti.

Nonostante ciò, il Sardelli continua ad ignorare il problema e si diletta a rilasciare dichiarazioni fuori luogo. Venerdì, infatti, gli uomini della Guardia di Finanza sono tornati a Minturno per sequestrare l’area ex “ASIA s.r.l.” in località Parchi.

In questo caso, il Sindaco Sardelli ha dichiarato: “È tutto in regola ma è giusto che vengano fatti gli accertamenti.” Fin qui potrebbe pure passare col beneficio d’inventario. Ha poi proseguito affermando, con impareggiabile faccia tosta: “Peccato che se non ci saranno responsabilità, non verrà perseguito colui o coloro che si sono specializzati nelle denunce”.

Non si agitasse più di tanto il Sardelli ché le responsabilità, soprattutto le sue, ci saranno eccome, atteso lo stillicidio d’atti illegittimi e la mole d’azioni illegali partoriti dalla sua pessima gestione della res publica.

Che dire?

Sembra quasi che per il Sindaco di Minturno il fatto che su dei terreni di proprietà del Comune ci siano ammassate tonnellate e tonnellate di rifiuti speciali, sia una cosa normale.

Così come sarà normale per lui elargire cinquecentomila Euro annui ad una impresa per servizi mai espletati ed altri duecentoquarantamila Euro annui per un ulteriore ampliamento del servizio, giustificato con un potenziamento dei mezzi, nientemeno vietato dal capitolato d’appalto.

Sarà pure per Sardelli cosa ordinaria pagare senza scomporsi un’impresa, che non ha il DURC in regola, la quale fallendo ha lasciato da pagare all’INPS circa settecentomila Euro relativi ai contributi previdenziali non versati agli operatori ecologici del cantiere di Minturno, emanando tre distinte ordinanze.

Cosa consueta per il signor Sardelli è pure prorogare per tre anni un appalto, contravvenendo le disposizioni normative e procedendo a reiterati ampliamenti illegittimi che hanno fatto lievitare i costi del servizio della raccolta dei rifiuti che sono praticamente raddoppiati passando da unmilionetrecentomila Euro annui per gli anni 2001, 2002, 2003 e 2004 ai duemilionitrecentomila Euro per il 2005 per giungere ai duemilionicinquecentomila Euro per l’anno corrente.

Per rendere meglio l’idea, giova ricordare, che i costi per il conferimento dei rifiuti in discarica sono calcolati a parte per cui la spesa totale per il servizio supera i tremilionicinquecentomila Euro.

Le cifre le ho scritte in lettere per evitare refusi. Inoltre, è giusto il caso di ricordare che la raccolta differenziata lo scorso anno ha registrato un risibile 1,8% quando nel 2004 era stato raggiunto il 5,7%.

Detto questo, non mi resta che rispedire al mittente l’elucubrazione ripresa e pubblicata da un noto quotidiano locale. Sardelli è in pieno stato confusionale e trova arduo comprendere il principio di causa effetto.

Qualcuno dovrà pur dirglielo, prima o poi, che le nostre denunce sono solo l’effetto delle sue malefatte. E poiché Sardelli si è dimostrato particolarmente prolifico nelle cattive azioni alla fine noi siamo diventati, nostro malgrado, degli "specialisti delle denunce" ma solo per cercare di contenere veri e propri "professionisti dell’illegalità".

giovedì 4 dicembre 2008

Dalla parte dei più fortunati

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Allineati come sempre accade ed inconsapevoli come al solito i bravi burattini a gettone, di presenza si intende, hanno votato l’aumento degli emolumenti ai Revisori dei conti senza nemmeno fiatare.

Un aumento di oltre il venti per cento e nessuno dei dieci pupi annuenti ha osato contravvenire agli ordini dell’opratore Sardelli.

E così, senza colpo ferire, mentre la stragrande maggioranza dei cittadini minturnesi, ai quali si continuano ad aumentare le tasse, non riescono ad arrivare alla quarta settimana del mese, i tre esperti contabili sono stati gratificati da una strabiliante maggiorazione degli onorari percepiti.

Non ho niente da ridire sulla capacità di questi tre professionisti che sono stati premiati da un cospicuo accrescimento dei propri compensi, però, sull’opportunità di questo aumento e, soprattutto, delle proporzioni dello stesso avrei più di qualcosa da recriminare.

Mentre i lavoratori non riescono a strappare che qualche decina di euro di aumento mensile dai nuovi contratti collettivi a questi professionisti si concedono prebende da sogno specialmente se rapportate all’effettivo lavoro svolto presso il Comune di Minturno.

A questo punto, abbiamo avuto la conferma che l’Amministrazione Sardelli è sempre dalla parte dei più ricchi e dei più fortunati.

L’avevamo intuita questa peculiare predisposizione allorquando ci interessammo dei contributi per le persone sfrattate che finivano nelle tasche di gente proprietaria di due o più appartamenti anziché delle famiglie sloggiate ed ulteriore prova l’avevamo avuta leggendo l’elenco degli indigenti destinatari di borse di lavoro nel quale figuravano anche i figli diletti di noti politici di maggioranza.

Certo, stiamo trattando una cosa diversa, tutto è in regola, ci mancherebbe altro, però, francamente, questo aumento mi sembra spropositato e fuori luogo in un momento di crisi economica e di difficoltà finanziaria.

Purtroppo, i cittadini, i contribuenti che dovranno sborsare questi quattrini dalle loro tasche, non sapranno mai di questo aumento e leggeranno, invece, sul bimensile di regime, di fastose cerimonie di gemellaggio d’oltreoceano e di ammennicoli mirabolanti.

sabato 29 novembre 2008

Talvolta le chiamano fatalità

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Talvolta le chiamano fatalità quelle evenienze luttuose sbattute in prima pagina, quegli avvenimenti dolorosi che indignano i cittadini per qualche giorno e lasciano in eterno i familiari delle vittime soli con il loro dolore e senza nemmeno l’intima soddisfazione di vedere puniti i responsabili.

Già, i responsabili, in questo paese delle disgrazie sempre orfane, non esistono.
Le responsabilità sublimano all’accadere delle tragedie passando dallo stato di solida imperizia di specifiche persone all’aeriforme ed aleatoria condizione di fatalità cui non corrisponderanno mai elementi concreti di soggettive responsabilità.

Un giorno, facciamo gli scongiuri a che non accada mai, sarà così anche a Minturno, allorquando ci ritroveremo dinanzi ad una tragica evenienza nei pressi del liceo scientifico “Leon Battista Alberti”.

Sono anni che si attende la realizzazione di una stradina pedonale che colleghi in tutta sicurezza il liceo alla via Appia. Un’opera questa che richiede poche migliaia di Euro ma che non vede la via della realizzazione poiché qualche amministratore si ostina a tutelare i propri interessi clientelari.
Il resto degli amministratori è preso da altri interessi.

Emblematica è la situazione se si considera il fatto che l’argomento inerente la realizzazione di questo stradina pedonale fu portato in Consiglio comunale tre anni fa. Nella stessa seduta consiliare c’era un altro punto che premeva agli uomini di potere: la realizzazione del centro commerciale in località Fontana Perelli.

I percorsi amministrativi di questi due proposte hanno avuto iter burocratici diametralmente opposti, da una parte una solerzia inaudita ed una volontà di andare avanti nonostante i pareri negativi degli Uffici comunali competenti, dall’altra l’oblio.

L’Amministrazione ha così fatto una scelta e coloro i quali si sono adeguati ai dictat dei maggiorenti minturnesi si sono caricati, forse inconsapevolmente, di una responsabilità che, purtroppo, giammai potrà essere imputata in nessun tribunale di questa sgangherata Repubblica.

Eppure, se solo proviamo ad ipotizzare, alla luce di queste scelte, ciò che auspichiamo non debba mai accadere allora appaiono nitidi e chiari i contorni e gli ambiti di soggettive responsabilità.

Insomma, è possibile che a nessun amministratore è capitato di passare per via Santa Reparata negli orari di entrata e di uscita della scuola?

Non ha mai visto nessuno come giungono i ragazzi a scuola quando piove?

Nessuno si è accorto quali mortali pericoli corrono gli studenti costretti a passare tra le forche caudine di “strutture abusive”, destinati ad essere imbelli bersagli di secchiate d’acqua provenienti dalle auto che “sferzano” il pantano allagato e lasciati al loro destino dinanzi a profonde pozzanghere ed alle voragini dei tombini scoperchiati?
Nonostante tutto, oseranno chiamare fatalità quell’attimo funesto inaccettabile eppure ragionevolmente prevedibile.

A dispetto dell’intelligenza e della dignità del prossimo, si appelleranno all’ineluttabilità degli eventi luttuosi e si mostreranno in quell’occasione, che Iddio ci risparmi il verificarsi, i loro mesti volti, proferendo addolorati discorsi ed improvvisando meste melopee.

Intanto, loro, i cleptocrati, vanno avanti continuando ad agire secondo censurabili consuetudini ed autarchici coinvolgimenti etici.

Vanno sempre avanti costoro perché consapevoli depositari di singolari versatilità filosofiche ed di innata predisposizione all’adattamento evolutivo. Eccezionali doti queste, che permettono a questi individui di passare indenni attraverso tutte le evenienze, che pur frutto del libero arbitrio dell’uomo finiscono spesso per essere catalogate in quella consistente casistica di eventi che talvolta si ha l’ardire di chiamare fatalità.

martedì 25 novembre 2008

Aspettando l’apertura del canile comunale

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Ci risiamo, sono passati dieci mesi e tutto è rimasto come prima. Il canile comunale è stato ultimato da più di un anno, ma, non si capisce per quale ragione, è rimasto finora inutilizzato.

Intanto, i cani randagi, catturati sul territorio del Comune di Minturno, sono mantenuti in un canile a Fondi al costo stratosferico di oltre centoquarantamila euro annui.

Il 19 gennaio scorso, proprio su questo blog, sollevai il problema (vedi post: “Sperperi assurdi: il canile abbandonato”).

Oggi ritengo necessario ritornare sull’argomento alla luce dei recentissimi episodi di cronaca.

Nei giorni scorsi, infatti, il canile che ospita, lautamente ricompensato, anche i “nostri” cani è stato posto sotto sequestro per maltrattamento d’animali, violazione delle norme urbanistiche ed abuso edilizio poiché alcune gabbie erano state realizzate senza alcun permesso a costruire, disturbo della quiete pubblica, irregolarità nello scarico delle acque reflue ed emissione di odori sgradevoli.

In sostanza, in poco più di centocinquanta metri quadrati ed in quattordici box sono stati “segregati”, senza nemmeno una piccola area contumaciale e di sgambo, circa settecentocinquanta cani ivi compresi quelli provenienti da Minturno.

Non entrerò nel merito del sequestro. La Giustizia farà il suo corso.

Posso però, anzi devo, evidenziare l’intollerabile lentezza che sta caratterizzando l’iter burocratico per l’apertura del canile comunale.

Non è accettabile spendere tutti questi soldi quando si dispone di un canile realizzato a norma di legge prevedendo tutti i confort necessari ai nostri amici a quattro zampe. La struttura è dotata anche di un ambulatorio veterinario e potrebbe essere ampliata utilizzando, una volta bonificata dai rifiuti ingombranti ivi sotterrati, l’area limitrofa, attualmente posta sotto sequestro, che è di proprietà del Comune di Minturno.

Ogni mese che passa significa uno spreco di denaro pubblico ed il prolungarsi di una penosa reclusione di tante bestiole, che potrebbero beneficiare di un trattamento migliore e più umano affidando la struttura ad un’associazione animalista che negli anni abbia dimostrato un concreto impegno verso coloro che, troppo spesso dimentichiamo, sono i migliori amici dell’uomo.

sabato 22 novembre 2008

Purché non se ne parli...

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Sono ormai mesi che non si leggono notizie inerenti l’attività politico-amministrativa del Comune di Minturno.

Evidentemente, va tutto bene e sapere che tutto va bene ci conforta e ci fa un enorme piacere.

Ci era apparso, per un momento, che le cose non stessero così, colpa di qualche giornalista che aveva inopinatamente voluto infrangere il muro di mercenaria ipocrisia che impediva di vedere la realtà fatta di abbrutimento del territorio, di decadimento morale e di deboscia politica.

Una sparuta compagnia di blogger locali aveva poi dato voce a quei cittadini che proprio non riuscivano a negare l’evidenza dei fatti.

Improvvisamente, è calato il silenzio su Minturno e questa repentina ed inspiegabile quiete mediatica ci ha lasciati perplessi.

Appare chiaro che il “sistema” di potere minturnese è riuscito, non è dato sapere come, ad annichilire tutti coloro che si erano cimentati nel difficile campo dell’informazione vera avulsa cioè dalle strumentali e deplorevoli piaggerie di soggetti proni e votati all’improvvido silenzio ovvero all’alienante utilizzo di edulcoranti e stucchevoli belletti narrativi.

Tutto va bene a Minturno, questo sembra il messaggio dei media sicché se il territorio continua ad essere violentato, se continuano le imbarazzanti frequentazioni di esimi rappresentanti politici, se nonostante tutto si perpetuano le scandalose illegalità nella gestione della raccolta dei rifiuti e la legalità in numerosi ambiti amministrativi è quotidianamente calpestata, se i cittadini sono costretti a pagare sempre più tasse per le scellerate scelte di una Amministrazione matrigna, l’opinione pubblica non potrà mai prenderne pienamente coscienza ed agire di conseguenza.

I cleptocrati traettesi hanno compreso fin troppo bene i meccanismi della comunicazione ed hanno agito di conseguenza inibendo, in qualche modo, la libera informazione.
Quindi, tutto va bene a Minturno... purché non se ne parli.

lunedì 2 giugno 2008

I piccoli passi

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Ho sempre creduto in internet quale strumento di diffusione del concetto vero e proprio di democrazia e di trasparenza amministrativa.

Da circa cinque anni ho affidato alla interconnessione telematica, come in una virtuale bottiglia gettata nel mare, i miei pensieri ed il frutto delle mie battaglie. Di quei messaggi molti non hanno avuto riscontri, altri, invece, sono stati raccolti e forse sono stati utili alla crescita della coscienza popolare a Minturno.

Certo è ancora poco, siamo solo all’inizio ma per quanto sia lungo il percorso da fare abbiamo evidentemente già mosso i primi passi.

Dopo di me e meglio di me altri hanno voluto utilizzare la rete per diffondere il loro pensiero, per fare qualcosa che potesse risvegliare i minturnesi dal sonno delle loro coscienze e prendere atto di uno stato di decadenza dei costumi e della morale della politica locale.

Un sonno, quello della coscienza popolare, che ha generato mostri che si sono concretizzati in figuri politici inetti e corrotti capaci di annichilire il senso democratico di un intero popolo.

In pochi anni si è creato a Minturno un vero e proprio sistema degenerativo, che sarà molto difficile scardinare a causa della fitta rete di complicità e cointeressenze, nonché del terrore che lo stesso sistema incute sui semplici cittadini.

Qualcosa in questi anni è cambiato e per questi piccoli cambiamenti e per questi piccoli passi verso l’affermazione della democrazia, del libero pensiero e dell’acquisizione della dignità del cittadino dobbiamo ringraziare internet e gli internauti della controinformazione che hanno dato vita ad una vera e propria lotta contro il sistema di omologazione delle coscienze e dell’informazione edulcorata.

Grazie ad internet ed alcuni siti locali ai quali va dato il merito di questo miracolo di rinascenza civica i cittadini sono stati informati correttamente ed il sistema non ha potuto che fare dei passi indietro di fronte all’evidenza. Questo è il miracolo della corretta informazione ed il prodigio della trasparenza.

Finalmente, dopo una serie interminabile di denunce prima da parte dei consiglieri comunali di opposizione e poi, su alcuni blog, anche da parte di singoli cittadini, il governo di Sardelli si è dovuto arrendere di fronte all’evidenza dei fatti. È di pochi giorni fa la pubblicazione della Deliberazione di Giunta Comunale n. 138 del 20/05/2008.

L’oggetto della suddetta deliberazione è il seguente: “Incarico servizio di pulizia sottopasso ferroviario”. Era ora! È giunto il momento di porre fine ad una situazione di degrado che è costata ai cittadini decine di migliaia di Euro.

Sono state necessarie due Interrogazioni consiliari, alcuni articoli sulla stampa locale e numerosi interventi di semplici cittadini sui blog per far capire a Sardelli ed ai suoi sodali che non si poteva più continuare a fare finta di niente anche perché il popolo tutto oramai sapeva che dietro al degrado nel sottopassaggio della stazione ferroviaria si celava una situazione che auspico gli organi della giustizia contabile e della magistratura ordinaria, interessati da un esposto dei consiglieri di opposizione, accertino al fine di punire i responsabili.

Dicevo della deliberazione n. 138 con la quale, finalmente, la Giunta Sardelli ha posto fine ad uno stillicidio di spreco di denaro pubblico e allo squallore ed al degrado di un punto nevralgico della nostra città.

La pubblicazione di questa deliberazione è passata in sordina ma io ritengo doveroso far conoscere a tutti i cittadini il contenuto della stessa perché appare come una chiara ammissione di colpevolezza.

In estrema sintesi la pulizia del sottopassaggio, nella parte di competenza del Comune di Minturno, è stata affidata alla ditta che già si occupa della pulizia della parte restante della stazione ferroviaria. Il costo? La modica cifra di 350,00 (trecentocinquanta) Euro al mese. Niente a che vedere con l’astronomica cifra di 2.400,00 (dico duemilaquattrocento) Euro regalati, questo è proprio il caso di dirlo, alla “C.I.C. Clin Industrie Città S.p.A.” oggi “Ego Eco s.r.l.”.

Le cifre si commentano da sole, i risultati del servizio saranno acclarati dai cittadini.

Resta l’amaro in bocca nel pensare ai 2.050,00 Euro mensili che in questi anni si potevano risparmiare.

Come tutte le vittorie ci saranno molte paternità, io, invece, sono persuaso che a vincere questa battaglia sia stata soprattutto la corretta informazione e la sollecitazione delle coscienze attraverso i blog indipendenti e sono ancora più convinto che a vincere veramente sono stati, finalmente, i cittadini.

domenica 16 marzo 2008

“Mafie nel Lazio. Punto di non ritorno?”: Ciò che non mi è stato permesso dire

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Gli interventi di una tavola rotonda sono sempre difficili da gestire. I tempi concessi agli oratori sono spesso inversamente proporzionali allo spessore dei retori ed all’importanza delle argomentazioni addotte.

Purtroppo, anche la manifestazione organizzata a Formia dall’Associazione “Caponnetto” alla presenza di autorevoli rappresentanti dello Stato, delle Forze dell’Ordine e della società civile ha subito alcune interruzioni inopportune ed alcuni interventi oltremodo prolissi sicché il moderatore ha ritenuto opportuno, per mancanza di tempo, di non fare intervenire tutti gli iscritti a parlare.

Erano numerosi coloro i quali si erano prenotati per un intervento d’altronde il tema dell’incontro, “Mafie nel Lazio. Punto di non ritorno?” meritava maggiori approfondimenti soprattutto dei temi trattati dal Sostituto Procuratore della DDA di Napoli Dr Antonello Ardituro.
Dunque, c’era molto da riflettere e ancor di più da dire e da porre all’attenzione del Sostituto Procuratore nazionale antimafia Dr Luigi De Ficchy.

Anche a me, purtroppo, non è stato acconsentito di parlare per le ragioni appena esposte.

Mi avrebbe fatto piacere approfondire alcuni aspetti dell’intervento del Dr Ardituro e riconsiderare, alla luce delle dichiarazioni del Sostituto procuratore della DDA di Napoli, alcuni fatti recenti e meno recenti della cronaca politica ed amministrativa minturnese.

Avrei voluto parlare dell’insolito e celere percorso amministrativo del centro commerciale di Fontana Perelli; di una variante al Piano Regolatore Generale approvata nonostante il parere negativo del responsabile dell’Urbanistica; avrei sollevato nuovamente, così come avevo già fatto a suo tempo in Consiglio comunale, il dubbio su come avrebbe potuto una società a responsabilità limitata con un capitale di centomila Euro realizzare un centro commerciale grande una volta e mezza il centro commerciale Itaca e da quest’ultimo posto ad una distanza di circa quattro chilometri.

Chissà quale sarebbero state le considerazioni del Sostituto Ardituro riguardo la singolare iniziativa della società cui è stata concessa la possibilità di realizzare il centro commerciale che, animata da un’inusuale “follia” filantropica, ha pure deciso di “donare” al Comune di Minturno più di cinquecentomila Euro per la realizzazione di opere pubbliche. Certamente avrebbe apprezzato questo gesto di sregolato ed azzardato altruismo visto e considerato l’esiguo capitale sociale.

Che dire della longevità dell’appalto della raccolta dei rifiuti giunto, di proroga in proroga, al suo undicesimo compleanno. Avrei voluto conoscere il parere del Dr De Ficchy in merito all’anomala crescita dei compensi del servizio della raccolta dei rifiuti passati in cinque anni da 1.303.069,65 Euro a 2.028.342,53 Euro grazie a due ampliamenti illegittimi del servizio.

Mi resterà per sempre il dubbio su che cosa mai avrebbe potuto dire il Sostituto procuratore Ardituro riguardo alla raccolta porta a porta dei rifiuti cioè di un servizio, il cui contratto non è stato mai sottoscritto, che costa 500.000 Euro ai cittadini e che non viene espletato.

Di riciclo e questo non dei rifiuti, avrei voluto parlare, così come di strane storie d’imprese che come la fantastica araba fenice rinascono dalle proprie ceneri.

Di irregolarità contributive, coperte dal gotha di un’Amministrazione complice e corresponsabile, avrei voluto argomentare e discorrere di reiterati atti illeciti afferenti la gestione dei rifiuti.

Sono molti gli argomenti di cui avrei voluto interloquire, egregio Dr De Ficchy, e con Lei discorrere di interrogativi ai quali bisognerà, prima o poi, dare qualche risposta perché il rischio vero è che il quesito posto a tema del dibattito rischia di diventare, in alcune realtà della provincia di Latina, solamente una domanda retorica.

sabato 19 gennaio 2008

Sperperi assurdi: il canile abbandonato

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Nel lontano novembre del 2001 ebbi l’idea di far realizzare nel territorio comunale di Minturno un canile municipale.

L’idea mi venne in seguito al sopralluogo che feci al canile di Fondi presso il quale il Comune di Minturno manteneva e mantiene i cani randagi che sono catturati sul proprio territorio.

Non entro nel merito dello stato in cui erano tenuti quei poveri animali ma posso assicurare che ebbi modo, in quell’occasione, di contestare alcune situazioni riprovevoli.

Considerate le spese che sosteneva all’epoca il Comune, circa sessantamila Euro, e verificato che il trend di spesa era in costante aumento, proposi l’idea di realizzare il canile e seguii personalmente tutte le fasi propedeutiche alla realizzazione di tale struttura.

Grazie all’onorevole Maria Annunziata Luna, che s’impegnò moltissimo per risolvere tutte le problematiche burocratiche presso gli Uffici della Regione Lazio, il progetto iniziale è diventato realtà.

Oggi Minturno ha un canile all’avanguardia, pronto da diversi mesi, che versa in condizioni d’abbandono.

Intanto, mentre il canile invecchia, senza essere utilizzato, il Comune continua a spendere somme assurde, siamo arrivati ad oltre centoquarantamila Euro annui.

Questo stato di cose non è più tollerabile e nonostante le continue sollecitazioni nulla viene fatto.

La maggioranza fa finta di non sentire le nostre proteste sicché i tempi per l’apertura si allungano inesorabilmente nel mentre le spese di mantenimento in vita dei cani randagi aumentano in maniera vertiginosa.

Discariche abusive nel Comune di Minturno

La storia delle discariche comunali attraverso i documenti

No TAV