Sullo scandalo dei rifiuti a Minturno la Giustizia farà il suo corso ed io non intendo interferire nelle recenti vicessitudini giudiziarie che hanno coinvolto, almeno per il momento, Carmine Violo e Vittorio Ciummo.
Durante gli scorsi mesi ho rispettato la consegna del silenzio e, conseguentemente, non andrò oltre quanto è già di pubblico dominio.
Parlerò, invece, di altre responsabilità non necessariamente riconducibili alla sfera penale.
Poiché sono persuaso che anche il più ingenuo dei cittadini ha ben chiare le idee su come siano andate veramente le cose e che chiunque può agevolmente discernere da solo quali sono gli ambiti personali di responsabilità dei singoli amministratori, mi occuperò, in questa sede, solo dei risvolti politici della vicenda.
Ora è giunto il momento, dopo le rituali attestazione di stima nei confronti del malcapitato funzionario e le risibili affermazioni a mezzo stampa dello "scoinvolto" Sardelli di chiarire la posizione di ogni singolo amministratore del Comune di Minturno.
Nessuno potrà affermare: io non sapevo, oppure dire di non aver mai sentito parlare delle discariche in località Pantano Irto e in località Parchi tantomeno delle sistematiche illegalità perpretate nella gestione del servizo della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Due Assesori, Raffaele Chianese e Tommaso Romano, si sono dimessi e sono passati all'oposizione. Tutti i componenti della commissione Igiene hanno dato il ben servito ed il Presidente Giovanni Baldascino è passato a sua volta all'opposizione. Infine, anche il nuovo Presidente della commissione Mario Ruberto ha dato forfait e ha pure presentato un ennesimo esposto alla magistratura dissociandosi dalla condotta dell'Amministrazione in materia dei rifiuti.
Il quadro è a fosche tinte, non c'è che dire.
C'è un solo luogo ove è d'uopo convenire al più presto: il Consiglio Comunale.
Sardelli dovrà rispondere del suo operato e chiarire la propria condotta innanzi ai rappresentanti dei cittadini.
Non è questo il momento di nascondere la testa sotto la sabbia, piuttosto siamo giunti al redde rationem del signor Sardelli.
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